Emanuele Marcuccio

Nato a Palermo nel 1974 ha conseguito la Maturità Classica nel 1994. Dal 1990 coltiva con particolare dedizione il genere poetico; nel 2000 ventidue sue poesie sono apparse nel volume antologico Spiragli 47 per i tipi della milanese Editrice Nuovi Autori. Varie poesie dell’autore sono apparse in antologie poetiche e riviste nazionali e straniere e nel 2009 l’autore ha pubblicato la sua prima silloge di poesia e opera prima, Per una strada (Ravenna, SBC Edizioni) contenente la sua intera produzione poetica riguardante il periodo dal 1990 al 2006.
Dal giugno 2010 è curatore editoriale, dedito alla scoperta di nuovi talenti poetici, tra giugno 2010 e settembre 2016 cura sei sillogi poetiche e sei antologie; dal 2011 è direttore onorario del format di promozione autori/artisti, “Vetrina delle Emozioni”, curato da Gioia Lomasti.
Marcuccio ha scritto anche poesie e pensieri ad argomento religioso, tuttora inediti, e ha curato una serie di interviste per “Vetrina delle Emozioni”.
Ha inoltre scritto vari aforismi, ottantotto dei quali sono stati raccolti nella silloge, Pensieri Minimi e Massime (Pozzuoli - NA, Photocity Edizioni, 2012).
Ha curato prefazioni a sillogi poetiche ed è curatore delle rubriche di poesia e di aforismi della rivista di letteratura Euterpe. Membro di giuria in concorsi letterari nazionali e internazionali dal 2012, tra cui il Premio Letterario Nazionale di Poesia “Lʼarte in versi”.
È presente su blog, siti e forum letterari, tra cui “Literary.it”, con una scheda bio-bibliografica nell’Atlante letterario italiano. È presente in L’evoluzione delle forme poetiche. La migliore produzione poetica dell’ultimo ventennio (1990 - 2012), a cura dei noti critici Ninnj Di Stefano Busà e Antonio Spagnuolo (Napoli, Edizioni Kairòs, 2013).
Finalista nel 2013, con dieci aforismi, alla settima edizione del Premio Nazionale di Filosofia, “Le figure del pensiero”, è ideatore e curatore del progetto poetico, “Dipthycha”6, di dittici a due voci, del quale sono editi tre volumi antologici a scopo benefico: Dipthycha. Anche questo foglio di vetro impazzito, c’ispira... (Photocity Edizioni, 2013), dove è presente con ventuno liriche, ciascuna accompagnata in dittico da una poesia di un altro autore; Dipthycha 2. Questo foglio di vetro impazzito, sempre, c’ispira... (TraccePerLaMeta Edizioni, 2015, con postfazione di Antonio Spagnuolo), dove è presente con trenta liriche e in cui ogni dittico è seguito da una nota del critico letterario Luciano Domenighini; Dipthycha 3. Affinità elettive in poesia, su quel foglio di vetro impazzito... (PoetiKanten Edizioni, 2016, con un saggio di postfazione di Lorenzo Spurio), dove è presente con venti liriche, ciascuna accompagnata in dittico da una poesia di un altro autore. Un quarto volume è in preparazione.
Nel settembre 2013 esce una monografia sulla sua produzione, a cura dello scrittore e critico letterario Lorenzo Spurio: Un infaticabile poeta palermitano dʼoggi: Emanuele Marcuccio (Photocity Edizioni). Sue poesie sono state tradotte in lingua spagnola, francese e in dialetto. Cura il blog culturale “Pro Letteratura e Cultura”.
Nel gennaio 2014 esce con Anima di Poesia, una seconda silloge poetica (TraccePerLaMeta Edizioni).
Sempre nel 2014 aderisce al movimento artistico e culturale del Metateismo, fondato nel 2012 dal pittore Davide Foschi, per un nuovo Rinascimento; è presente con una poesia nel catalogo del movimento (Milano, Editoriale Giorgio Mondadori, 2015).
Nel 2016 pubblica la silloge poetica, Visione, in I grilli del Parnaso, raccolta collettanea con Iuri Lombardi, Lorenzo Spurio e Luigi Pio Carmina per PoetiKanten Edizioni. Sempre nel 2016 quindici sue liriche sono pubblicate nel volume collettaneo Iris, con Marcello Comitini, Pina Granata, Palma Civello e Patrizia Fichera per Edit Ass.CaLeCo.
Sulla sua produzione hanno scritto vari scrittori, poeti e critici, tra cui: Lorenzo Spurio, Lucia Bonanni, Luciano Domenighini, Nazario Pardini, Santina Russo, Susanna Polimanti, Marzia Carocci, Giorgia Catalano, Natalia Di Bartolo, Michele Nigro, Valentina Meloni, Francesca Luzzio, Antonio Spagnuolo, Michele Miano.

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Ingólf Arnarson - Dramma epico in versi liberi Un Prologo e cinque atti (1990 - 2016)

Dalla prefazione di Lorenzo Spurio: […] Il dramma di Marcuccio tratta con originalità e chiarezza di linguaggio molti topos dell’epica germanica: i riferimenti ai combattimenti, al cozzar di spade, all’importanza della fama e della gloria; l’impiego di prove per testare la valorosità dell’eroe; la credenza e l’invocazione del fato, spesso personificato, il tema del tesoro e il motivo del viaggio in terra straniera. Essendomi occupato di fatalismo germanico, devo riconoscere che nell’opera di Marcuccio il destino non è un semplice concetto, un’idea, ma viene caricato di un significato proprio facendo di esso quasi un personaggio. Fato, destino, sorte, fortuna sono concetti che derivano dall’antico inglese wyrd , spesso personificato dalle Norne, che si riferisce a una cultura precristiana, pagana. A tutto ciò Marcuccio aggiunge elementi che rimandano alla conversione dell’Islanda al cristianesimo: la presenza di un monastero e di monaci, l’influenza celtica, la presenza di croci che viene, quindi, a rappresentare una fase successiva di sviluppo politico-socialeeconomico della vita dell’Islanda di epoca norrena. Tuttavia ciò che Marcuccio narra non è solo un racconto epico, è molto di più. È evidente, infatti, la potenza del lirismo, soprattutto in alcuni momenti, come nella scena d’amore tra Sigurdh e Halldóra e, allo stesso tempo, di una certa vicinanza alla cultura popolare con riscontrabili cadenze e dialettismi che rendono particolarmente significativo e vivo il testo, sottolineando quanto sia importante la componente orale nella trasmissione della cultura.