Mario Borghi

Sono nato a Sanremo (IM) il 19 luglio 1964, dal 1989 abito a Ozieri, un paesino in provincia di Sassari.
Tento di sopravvivere facendo l’imprenditore edile, sono sposato e ho una figlia nata nel 1993.
Mi piace l’arte in ogni sua forma, leggo moltissimo (collaboro anche come lettore/valutatore volontario con alcune realtà letterarie e sono tra i fondatori della S.P.E.C.T.R.E. – un insieme di lettori volontari da un’idea di Loredana Lipperini) e a volte tento di scribacchiare qualcosa.
Alcuni miei racconti appaiono su varie antologie sparse per il mondo. Ho scritto due pezzi teatrali - L’abbonamento alla TV e Gli opinionisti – che sono stati rappresentati in diversi teatri off di Roma; il secondo spettacolo, del quale il presente volume è il testo, è stato in cartellone per una settimana, al Teatro Sala Uno di Roma nel mese di gennaio 2017.
Ho tenuto alcuni corsi di scrittura e lettura creativa, ho curato la pubblicazione di alcune antologie e ho presentato diversi libri.
Ho un litblog assolutamente inutile e polemico all’indirizzo: www.stranoforte.weebly.com e gestisco l’agenzia (seria) di servizi letterari PB Servizi Editoriali (www.pbervizieditoriali.it).
Le cose dell’orologio – il mio primo romanzo, edito da Rogas Edizioni di Roma – ha ottenuto una menzione speciale (dopo avere ricevuto numerose recensioni positive su diversi magazine online) nel contest “Un libro per il cinema”, nell’ambito della rassegna “Cinema e libri”, presso l’Isola del Cinema di Roma nel mese di luglio 2016 ed è stato ospitato, nel mese di agosto 2016, nella trasmissione Fahrenheit, su RaiRadio3.
Ho scritto, prima che chiudesse, sul canale cultura del portale Tiscali e collaboro con il giornale online Sassari City, di Luca Losito.
Sono abbastanza irriverente e anche un po’ – ma proprio poco – egoista e altrettanto cialtrone.
Tutto il resto, per me, è solo fuffa.

Gli opinionisti

In un salotto, dove si trova per motivi di lavoro, durante un pomeriggio di ferragosto, una donna delle pulizie riceve strani personaggi che recano al seguito dei foglietti sui quali hanno scritto le loro opinioni sui temi più disparati. Questi personaggi dopo aver declamato tali opinioni consegnano i foglietti alla donna, la quale li lega a dei palloncini che libera nell’aria. Durante queste visite, si parla anche della sparizione di una targhetta dalla porta dello studio di un dottore.
Uno dei personaggi scopre casualmente che quella targhetta si trova proprio in quel salotto e cerca di farlo sapere a due poliziotti, anch’essi entrati per esprimere le loro opinioni.
Ogni tanto, per spezzare il clima, la signora delle pulizie invita i suoi ospiti a ballare o a cantare tutti assieme e loro accettano.
Un attimo di confusione segna l’entrata dell’ultimo ospite, quello meno appariscente, che esprime ciò che realmente succede fuori da quella stanza; egli si rifiuta di dare il suo foglietto alla signora delle pulizie, sa che andrebbe perso, come le parole vane e inutili di tutti gli altri (che si esprimono solo con frasi fatte e a effetto).
Oramai, le opinioni e i pareri che i mass media propinano al popolo bue hanno lentamente corroso le coscienze di molti. Ognuno parla, senza che l’altro si preoccupi di ascoltarlo, nell’unica speranza di apparire. Stuoli di opinionisti ci assediano dovunque. Ma la verità, o almeno la verosimiglianza, resta una cosa lontana.
Un unico filo lega tutte queste persone, quello dell’inutilità.